Il criterio per differenziare i rifiuti non è assoluto, ma dipende da come è configurato il sistema di raccolta / riciclo /smaltimento; ad esempio, in una casa di campagna di qulche tempo fa, un rifiuto poteva appartenere a una di queste tre categorie: quelli che finivano nel camino, quelli da buttare nella concimaia, quelli messi da parte in attesa che passasse qualcuno a comperarli.
In Italia, l'attuale assetto del sistema di raccolta /riciclo/smaltimento è in massima parte determinato del famoso decreto Ronchi del 5 febbraio del 1997, che viene poi sostituito dalla quarta parte del D.L 3 aprile 2006, n. 152 che sostanzialmente ne mantiene l'impianto.
Anche se non troppo esplicitamente, il decreto individua nei fatti, nell'ambito dei rifiuti urbani, tre grosse categorie di materiali riciclabili: l'organico, i rifiuti da imballaggi, i beni durevoli.
Il rifiuto "umido" da destinare al compostaggio, è individuato nel punto "q" dell'art. 6 e nel punto "p" del comma 2 dell'art.18
La categoria alla quale viene dedicata più attenzione ( e che, in effetti, costituisce la frazione più abbondante dei rifiuti urbani ) è quella dei rifiuti da imballaggio, regolamentata negli artt. dal 34 al 43 del decreto Ronchi e negli artt.dal 217 al 226 del decreto 152 / 2006.
Per gestire questo tipo di rifiuto (bottiglie e flaconi di plastica, bottiglie di vetro, lattine, scatole di cartone...) viene costituito un apposito organismo, il CONAI che a sua volta si articola in 6 consorzi, ognuno dei quali si occupa di uno specifico materiale: carta, plastica, alluminio, acciaio, vetro , legno .
Il funzionamento del sistema è garantito dal contributo obbligatorio versato ai consorzi dai fabbricanti di imballaggi : il CONAI paga ai comuni il materiale che viene raccolto nelle campane, lo seleziona e a sua volta lo vende a chi lo ricicla ( o lo usa come combustibile ).
Anche se nella prospettiva di "rifiuti zero" non è il massimo, in quanto non favorisce la riduzione degli imballaggi monouso, questo sistema, dove correttamente applicato, permette di recuperare fino al 90 % degli imballaggi che vengono messi in circolazione.
Inoltre assorbe anche quelle frazioni di rifiuto che, pur non essendo imballaggi, sono composti da un unico materiale, come i giornali, le pentole, il legno, alcuni oggetti di plastica.
Nell'art. 44 il decreto Ronchi tratta invece dei "beni durevoli per uso domestico che hanno esaurito la loro durata operativa" stabilendo alcuni principi importanti tra cui:
c) il recupero ed il riciclo dei materiali costituenti i beni;
d) lo smaltimento di quanto non recuperabile da parte dei soggetti che gestiscono il servizio pubblico.
In concreto, però, non veniva prevista alcuna struttura che si occupasse di questa cosa e veniva solo stabilito l'obbligo per i venditori di ritirare frigoriferi, computer,televisori, lavatrici e condizionatori fuori uso nel momento in cui avessero consegnato un prodotto nuovo.
L'idea del recupero dei beni durevoli viene ripresa dal DL 25 luglio 2005, n. 151
che stabilisce le norme relative ai RAEE , ovvero le apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso. ( ulteriori dettagli su wikipedia, che riporta anche l'elenco dei consorzi che se ne dovrebbero occupare )
La separazione di tutti gli apparati elettrici dal resto dei rifiuti, e, soprattutto, dalla frazione organica, è fondamentale, in quanto sono prprio alcuni componenti elettrici ed elettronici le principali fonti di quegli elementi chimici ( mercurio, piombo, cadmio..) che possono rendere problematico l'utilizzo del compost prodotto dalla frazione organica.
Il modo migliore perchè ciò avvenga è instaurare il principio che NESSUN OGGETTO FUORI USO ( ne, tantomeno, ancora utilizzabile) deve finire nel rifiuto indifferenziato. Per questo devono essere immediatamente attivate le cosiddette "riciclerie" ove i cittadini possano conferire qualsiasi tipo di oggetto fuori uso ( dall'accendino al mobile ) ma si potrebbe anche attivare il principio di una raccolta "porta a porta" con cadenza settimanale per qualsiasi tipo di oggetto fuori uso ma "pulito".
E sarebbe buona cosa se al lavoro di cernita e recupero, partecipassero, come tirocinio obbligatorio, tutti gli allievi ingegneri.
martedì 12 febbraio 2008
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