venerdì 29 febbraio 2008

Il compostaggio a scuola

Riporto volentieri il resoconto di questa esperienza sul compostaggio da poco iniziata al 91° circolo didattico di Napoli (via Zanfagna, zona Fuorigrotta ) grazie alla collaborazione del comitato "terra-terra" . chi fosse interessato può contattare Francesca Saudino 3387107140


Per dare un segnale concreto di risposta, ai bambini e alla città, rispetto all’emergenza rifiuti a Napoli, il 91° circolo didattico insieme ad alcuni cittadini attivi sul tema del riciclo dell’umido e del compostaggio, ha organizzato un’esperienza didattica per il recupero dei residui organici della refezione scolastica al fine di sperimentare tutti insieme come dai “rifiuti” sia possibile recuperare sostanze indispensabili per il nutrimento della terra.
Nella scuola, comunità educativa, non ci limitiamo a parlare di riciclo, bensì sperimentiamo insieme un percorso fatto di gesti semplici e anche “divertenti” come scendere nel cortile, raccogliere le foglie secche ecc che acquistano valore formativo se gli adulti che accompagnano i bambini li aiutano a completare il percorso: se i bambini vedranno il concime, le aiuole fiorite, gli ortaggi maturi, certamente avranno più amore per il pianeta, più conoscenze sulla raccolta differenziata e voglia di continuare a farla!


I bambini, guidati dagli insegnanti, stanno recuperando ciò che avanza dopo il pasto riponendolo nella compostiera autocostruita e situata nel giardino della scuola. In un primo momento i bambini hanno raccolto il rifiuto organico, interrogandosi sui motivi del gesto, il giorno successivo hanno assistito alla costruzione della compostiera, realizzata con una rete metallica a maglie quadre da un centimetro, sistemata a forma di cilindro e ricoperta con una rete e con un coperchio di plastica.


Ora ogni classe recupera lo scarto organico il lunedì e il mercoledì dopo aver mangiato e lo raccoglie in un apposito sacchetto, dopodiché a turno, aiutati dagli insegnanti e dal personale non docente che con grande impegno stanno portando avanti l’esperienza, i bambini versano il contenuto del sacchetto nell’apposita compostiera, insieme con i resti verdi e secchi del giardino.




La scelta di affiancare al recupero di plastica e carta, già attivo da anni nella scuola, il recupero dell’organico nasce dall’idea che tale residuo rappresenta da un lato la parte più fastidiosa dei rifiuti perché mischiandosi e sporcando il rifiuto secco (carta, plastica, vetro ecc) ne impedisce il riciclo e degradandosi produce puzza, attira animali, può essere fonte di malattie. Dall’altro, tuttavia, è anche la parte più ricca e facilmente riutilizzabile dei rifiuti, a vantaggio dell’equilibrio ecologico del pianeta. Infatti mentre l’uso dei concimi chimici sta impoverendo i terreni, il concime prodotto a partire dalla materia organica al contrario contribuisce al loro nutrimento. Inoltre la parte organica, a parere degli esperti, rappresenta circa il 35% del rifiuto urbano. Pertanto, questa esperienza didattica, semplice ed efficace, contribuisce in concreto a ridurre la quantità di rifiuti da riporre nei cassonetti in strada.

Speriamo che questa proposta possa essere uno spunto per altre scuole e per l’amministrazione pubblica.

mercoledì 13 febbraio 2008

L'università del compostaggio domestico

una proposta semplice semplice, economica, di grande efficacia, per creare rapidamente una consapevolezza diffusa e condivisa sul tema del compostaggio dei rifiuti organici.

Dove? in ogni parco cittadino, possibilmente alla Villa Comunale, a Città della Scienza.
Come ? in un'area ben indicata da apposita cartellonistica vengono piazzate venti/trenta compostiere di varia dimensione, ognuna associata a un condominio che si impegna a realizzare la raccolta dell'umido .
ASIA quotidinamente porta i bidoni dell'umido provenienti dai condomini e i giardinieri provvedono a caricare le compostiere (integrando con materiale verde del parco) e a sorvegliare il buon andamento del compostaggio.
Tutto il processo è coordinato e supervisionato da un'istituzione scientifica, ( a logica la più adatta dovrebbe essere l'orto botanico, ma poi dipende dalle circostanze... ) che studia il processo e produce materiale divulgativo in generale sulla raccolta dell'umido e in particolare per i condomini che volessero realizzare in proprio questa esperienza ( con riduzione della tariffa ) . In ogni caso è garantita sul posto la presenza di studenti universitari che partecipano al progetto e forniscono chiarimenti.

p.s. poi ti dici, ma com'è che un'idea così banale non l'ha ancora avuta nessuno ? fai una rapida ricerca e trovi che in Canada lo fanno dal 1990, alla faccia del genio italico !

martedì 12 febbraio 2008

Riciclare gli oggetti

Il criterio per differenziare i rifiuti non è assoluto, ma dipende da come è configurato il sistema di raccolta / riciclo /smaltimento; ad esempio, in una casa di campagna di qulche tempo fa, un rifiuto poteva appartenere a una di queste tre categorie: quelli che finivano nel camino, quelli da buttare nella concimaia, quelli messi da parte in attesa che passasse qualcuno a comperarli.

In Italia, l'attuale assetto del sistema di raccolta /riciclo/smaltimento è in massima parte determinato del famoso decreto Ronchi del 5 febbraio del 1997, che viene poi sostituito dalla quarta parte del D.L 3 aprile 2006, n. 152 che sostanzialmente ne mantiene l'impianto.

Anche se non troppo esplicitamente, il decreto individua nei fatti, nell'ambito dei rifiuti urbani, tre grosse categorie di materiali riciclabili: l'organico, i rifiuti da imballaggi, i beni durevoli.

Il rifiuto "umido" da destinare al compostaggio, è individuato nel punto "q" dell'art. 6 e nel punto "p" del comma 2 dell'art.18

La categoria alla quale viene dedicata più attenzione ( e che, in effetti, costituisce la frazione più abbondante dei rifiuti urbani ) è quella dei rifiuti da imballaggio, regolamentata negli artt. dal 34 al 43 del decreto Ronchi e negli artt.dal 217 al 226 del decreto 152 / 2006.
Per gestire questo tipo di rifiuto (bottiglie e flaconi di plastica, bottiglie di vetro, lattine, scatole di cartone...) viene costituito un apposito organismo, il CONAI che a sua volta si articola in 6 consorzi, ognuno dei quali si occupa di uno specifico materiale: carta, plastica, alluminio, acciaio, vetro , legno .
Il funzionamento del sistema è garantito dal contributo obbligatorio versato ai consorzi dai fabbricanti di imballaggi : il CONAI paga ai comuni il materiale che viene raccolto nelle campane, lo seleziona e a sua volta lo vende a chi lo ricicla ( o lo usa come combustibile ).
Anche se nella prospettiva di "rifiuti zero" non è il massimo, in quanto non favorisce la riduzione degli imballaggi monouso, questo sistema, dove correttamente applicato, permette di recuperare fino al 90 % degli imballaggi che vengono messi in circolazione.

Inoltre assorbe anche quelle frazioni di rifiuto che, pur non essendo imballaggi, sono composti da un unico materiale, come i giornali, le pentole, il legno, alcuni oggetti di plastica.

Nell'art. 44 il decreto Ronchi tratta invece dei "beni durevoli per uso domestico che hanno esaurito la loro durata operativa" stabilendo alcuni principi importanti tra cui:
c) il recupero ed il riciclo dei materiali costituenti i beni;
d) lo smaltimento di quanto non recuperabile da parte dei soggetti che gestiscono il servizio pubblico.
In concreto, però, non veniva prevista alcuna struttura che si occupasse di questa cosa e veniva solo stabilito l'obbligo per i venditori di ritirare frigoriferi, computer,televisori, lavatrici e condizionatori fuori uso nel momento in cui avessero consegnato un prodotto nuovo.

L'idea del recupero dei beni durevoli viene ripresa dal DL 25 luglio 2005, n. 151
che stabilisce le norme relative ai RAEE , ovvero le apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso. ( ulteriori dettagli su wikipedia, che riporta anche l'elenco dei consorzi che se ne dovrebbero occupare )

La separazione di tutti gli apparati elettrici dal resto dei rifiuti, e, soprattutto, dalla frazione organica, è fondamentale, in quanto sono prprio alcuni componenti elettrici ed elettronici le principali fonti di quegli elementi chimici ( mercurio, piombo, cadmio..) che possono rendere problematico l'utilizzo del compost prodotto dalla frazione organica.

Il modo migliore perchè ciò avvenga è instaurare il principio che NESSUN OGGETTO FUORI USO ( ne, tantomeno, ancora utilizzabile) deve finire nel rifiuto indifferenziato. Per questo devono essere immediatamente attivate le cosiddette "riciclerie" ove i cittadini possano conferire qualsiasi tipo di oggetto fuori uso ( dall'accendino al mobile ) ma si potrebbe anche attivare il principio di una raccolta "porta a porta" con cadenza settimanale per qualsiasi tipo di oggetto fuori uso ma "pulito".

E sarebbe buona cosa se al lavoro di cernita e recupero, partecipassero, come tirocinio obbligatorio, tutti gli allievi ingegneri.

venerdì 8 febbraio 2008

Frazione organica: che fare ?

Mentre raccoglievo i materiali per Fantaecofiaba, uno dei primi audiovisivi che ho realizzato sul tema delle raccolte differenziate, mi imbattei nella ristampa di un volume della seconda metà del '700 "I mestieri che vanno per via nella città di Venezia" dove l'autore, Gaetano Zompini, ad ogni mestiere dedicava un disegno - un'incisione su rame - e una terzina. Alcuni di questi mestieri avevano a che fare con quello che oggi chiamiamo riciclo: c'era quello che girava per le strade a comperare stracci e ferro vecchio, quello che vendeva oggetti di vetro prendendo però anche in cambio vetri rotti da rifondere, ma quello che più mi interessa, per il discorso che voglio fare qui, era un tizio con una grossa cesta e una pala che si appresta a salire su un gondolino e la cui terzina dice:

A ingrasar orti, e vigne schena, e brazzi
Me sporco e stracco, e porto via scoazze:
E sta nette par mi case, e palazzi.

(per chi non ha dimestichezza col veneziano, le scoazze sono la spazzatura)
Il nostro uomo, quindi, veniva pagato dagli agricoltori perché portasse loro la materia prima per concimare vigne e orti, e, come conseguenza, liberava le abitazioni dalla spazzatura.
Del resto, come ho scoperto recentemente nel blog di Federico Valerio, appena qualche anno più tardi Goethe descrive ammirato un'analoga raccolta dell'"umido".... a Napoli.

Ma perché questo ciclo virtuoso che riportava nelle campagne i resti della materia organica che veniva consumata nelle città si interruppe ?

Il motivo principale fu molto probabilmente l'introduzione dei concimi industriali nel corso del 1800: farine d'ossa provenienti dai grandi macelli cittadini, nitrato dalle miniere del Cile; in seguito alla prima guerra mondiale vi fu una grande offerta di Nitrato Ammonico (dall'industria degli esplosivi) e di Scorie Thomas (dall'industria siderurgica), che aprirono la strada agli attuali processi di sintesi chimica.
Ciò di cui i contadini e gli agronomi non si resero conto è che l'uso dei concimi sintetici, assieme alla pratica delle arature profonde, provoca progressivamente una drastica riduzione della quantità di sostanza organica presente nel suolo - il famoso humus - con un conseguente netto peggioramento delle proprietà strutturali del terreno, in particolare la capacità di trattenere l'umidità e conseguentemente gli stessi fertilizzanti sintetici che vengono portati via dall'acqua invece che rimanere a disposizione delle piante.

Ora che molti terreni sono al limite della desertificazione il mondo agricolo sembra aver preso coscienza di questo problema, e la domanda di sostanza organica da aggiungere al terreno è in costante aumento.

Ci troviamo quindi in questa assurda situazione per cui i cittadini campani producono 2000 tonnellate al giorno di rifiuti organici che rendono inutilizzabili gli altri materiali con cui sono miscelati mentre gli agricoltori campani importano da fuori regione la sostanza organica di cui hanno bisogno per ripristinare la fertilità dei terreni.

Non bisogna poi dimenticare che aggiungere sostanza organica al terreno vuol dire sottrarre anidride carbonica all'atmosfera, cosa che rappresenta un valido contributo alla riduzione dell'effetto serra.

E' chiaro quindi che raccogliere separatamente la frazione organica e destinarla alla produzione di compost per le colture agricole è una soluzione di gran lunga più razionale che non incenerirla o sotterrarla in una discarica. Un breve video che spiega i principi del compostaggio si può trovare qui:

Il punto più delicato di questo processo è la raccolta del materiale organico, che non deve in alcun modo essere contaminato da elementi inquinanti o che comunque disturbano il processo di compostaggio, come ad esempio pile o pellicole di plastica.

Si è visto in genere che, più grande è la città, peggiore è la qualità del materiale raccolto.

Una modalità che a mio avviso può dare più garanzie è la raccolta condomino per condominio effettuata con contenitori marcati che arrivano fino al sito di compostaggio.
Possiamo descriverla cosi: ogni due o tre giorni un signore con un furgoncino ritira il bidone (identificato da un codice a barre e dal nome del condomino) e lascia giù un analogo bidoncino vuoto. I bidoni arrivano al sito di compostaggio (sia esso un impianto o un'azienda agricola) che li svuota e che, conoscendo la provenienza di ognuno, può far avere indicazioni opportune al condominio che abbia inviato materiali non idonei.

E' evidente che se il sito di compostaggio è molto lontano il trasporto diventa molto oneroso. In questo caso si potrebbero realizzare dei piccoli siti di trasferenza "di quartiere" dove effettuare la verifica del materiale prima di inviarlo a destinazione e dove tenere i bidoni per il cambio.

giovedì 7 febbraio 2008

Alcuni dati sulla raccolta multimateriale

L'altro ieri , avendo visto il video caricato su youtube dallo staff dell'assessorato all'ambiente di Napoli, a proposito della raccolta differenziata di plastica e allumnio, ho chiesto, tramite il commento al video, qualche ragguaglio sulle attuali capacità operative di ASIA in questo settore. La risposta di "staffambiente" è arrivata con lo stesso mezzo.
"ASIA dispone di 17 mezzi dedicati alla differenziata (carta, vetro e plastica/alluminio), 14 di grande portata e 3 di media portata. Si raccolgono dalle 15 alle 20 tonnellate di plastica in un giorno lavorativo. Re-Plast [l'impianto mostrato nel video che separa i vari tipi di plastica e i metalli] tratta 6/8 t all'ora...
Ci sono altre piattaforme; l'ASIA conferisce a Re-Plast[ a Gricignano ] e a Di Gennaro [ a Caivano ]."

Se i dati che ho sono corretti, Napoli produce 1500 T/die di rifiuti. Sono andato a cercare i dati della composizione merceologica dei rifiuti, che in effetti sono molto disomogenei, tuttavia i valori più frequenti per la plastica sono intorno al 5 % e per i metalli intorno al 3 % . Diciamo che fra tutti e due ci si potrebbe porre un obiettivo di raccolta intorno al 6 %. Su 1500 tonnellate fanno 90 tonnellate al giorno.


secondo il corepla (il consorzio per il riciclaggio della plastica)oltre ai due citati ci sono altri due impianti di selezione in Campania:


S.R.I. S.r.l. 81030 Gricignano di Aversa (CE) - Zona Industriale Aversa Nord Tel 081 5026424 Fax 0815026431

DI GENNARO SPA 80023 Caivano (NA) - S.S. 87 Sannitica Z.I. A.S.I. Loc. Pascarola
Tel 081-8808311 Fax 081-8808312

AMBIENTE SRL 80030 San Vitagliano (NA) - Z.I. Via Ponte delle Tavole
Tel 081-5198676 Fax 081-5198500

ILSIDE SRL 81041 Bellona (CE) - S.S. 264 Km 30+760 loc. Triflisco
Tel 0823-995484 Fax 0823-995484

Se tutti avessero una capacità di 8 tonnellate all'ora ( ma questa è un'ipotesi che non so come verificare ) e lavorassero 12 ore al giorno le necessità della Campania per quanto riguarda il riciclo di contenitori plastica e metallo dovrebbero essere già coperte, e il problema dovrebbe essere solo organizzare la raccolta, necessariamente col porta a porta, visto che i mezzi e le campane non sembrano sufficienti.

sabato 2 febbraio 2008

Controllo "popolare" sugli impianti ?

Mi rendo perfettamente conto che questa proposta può apparire ad alcuni ingenua, ma ciò e dovuto al fatto che essa implica un "salto paradigmatico" che non tutti si rendono conto essere ora possibile e, nel nostro caso, forse indispensabile. Avete presente il Grande Fratello ? Il timore che le tecnologie informatiche possano essere utilizzate da parte di pochi per ottenere un controllo totale sulla popolazione ? Bene, rovesciamo il concetto, utilizziamo queste tecnologie per permettere a tutti di controllare che le cose importanti per la comunità funzionino come devono funzionare. Questo è naturalmente un concetto che dovrebbe essere applicato su larga scala, ad esempio pubblicando automaticamente in rete (senza nasconderlo !!!) qualsiasi atto della pubblica amministrazione, ma qui voglio far vedere come potrebbe contribuire all'uscita dall'emergenza-rifiuti.
Il problema degli impianti che trattano rifiuti è che, per quanto possano essere realizzati con le migliori tecnologie nelle localizzazioni più idonee ( e questo finora non sembra essere avvenuto ) devono anche essere gestiti con perizia e rigore ( ad esempio un "termovalorizzatore" inquina "poco" l'aria solo se la tempertura di combustione è quella prevista e i sistemi di abbattimento delle ceneri sono perfettamente efficienti). In più, da noi, c'è il giustificato timore che negli impianti destinati ai rifiuti urbani continuino ancora a finire rifiuti tossici.
Il problema fondamentale è quindi quello del controllo, che i cittadini, scottati dalle precedenti esperienze, esitano molto ad affidare agli organi istituzionli.
E' possibile però ( e, con le tecnologie attuali, poco sostoso) far sì che la gestione degli impianti avvenga "sotto gli occhi" di tutti: strutture predisposte al controllo e cittadini.
Ad esempio si potrebbe far sì che tutte le operazioni di trasferimento e lavorazione dei rifiuti siano documentate - anche visivamente - e rese disponibili al pubblico via internet in tempo reale.
In pratica ogni impianto ( sito di trasferenza, discarica, impianto di compostaggio, "termovalorizzatore" - se proprio non si riesce a evitarlo - .... ) dovrebbe avere un sito web nel quale, oltre a una esauriente spiegazione del suo funzionamento, siano disponibili - in diretta e registrate - le immagini webcam dei camion che entrano ed escono associati ai relativi dati (peso, provenienza/destinazione, targa ). Questo dovrebbe rendere molto più difficile l'aggiunta abusiva di rifiuti tossico-nocivi ai rifiuti urbani. Lo stesso criterio ( sito e webcam ) dovrebbe essere adottato per gli impianti in costruzione, in modo che tutte le fasi della costruzione ( ad esempio l'impearmeabilizzazione del fondo di una discarica ) siano documentate "in diretta" e registrate. Per gli impianti a cielo aperto si potrebbero anche realizzare delle terrazze sopraelevate ad accesso libero che consentano a chiunque di vedere ciò che avviene all'interno : sarebbe un importante segnale "architettonico" di un nuovo rapporto tra servizi e cittadini. Nell'immediato potrebbero costuirle i militari del genio, almeno sarebbero un po' gratificati... Va da sé che gli effettivi protocolli di funzionamento di questi sistemi di controllo andrebbero concordati con i comitati di cittadini e amministratori locali e con gli organi istituzionalmente adibiti al controllo ( ARPAC, polizia ambientale, asl.... )
Credo veramente che, se vogliamo rimetterci al passo col mondo civile, questo tipo di approccio potrebbe essere utile.